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Il tartufo in Piemonte, una leggenda che si vende prima ancora di essere assaporata in compagnia

L’Osteria Agricola “I Particular” e Marco Borra, oste e patron del ristorante a Bene Vagienna, raccontano il fascino intatto del tartufo piemontese, mantenendo viva una tradizione antica. In questa città di origini romane, insignita della bandiera arancione dal Touring Club, il tartufo conserva la sua aura di mistero. Fino a vent’anni fa, l’arte del tartufo era un rituale esclusivo, tramandato tra pochi eletti, intriso di segretezza e magia. Con il tempo, la tecnologia ha tolto parte di questo incanto, ma in quest’angolo del Piemonte il legame con la terra è rimasto forte e autentico.

I boschi di Bene Vagienna e dei paesi vicini, come Lequio Tanaro e Narzole, formano una sorta di “triangolo d’oro” per il tartufo, dove la produzione segue ancora il ritmo della natura, senza interventi artificiali. Qui, su un altopiano che sorge “di qua d’la Stura e d’la del Tanaro”, il tartufo cresce spontaneo, preservando il valore della tradizione.

I boschi di Bene Vagienna e dei paesi vicini, come Lequio Tanaro e Narzole, formano una sorta di “triangolo d’oro” per il tartufo, dove la produzione segue ancora il ritmo della natura, senza interventi artificiali. Qui, su un altopiano che sorge “di qua d’la Stura e d’la del Tanaro”, il tartufo cresce spontaneo, preservando il valore della tradizione.

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