Un grido sale alto a Verona: l’orgoglio del lavoro del Vignaiuolo e del suo vino sono un vanto dell’italianità.

«L’edizione del Vinitaly di quest’anno è stata affollatissima e ben organizzata. Verona ha dimostrato di essere una città vincente, che ha mantenuto il titolo di “Fiera del vino italiana più ammirata” e che per ora non si sposterà a Milano. In questo contesto, si percepisce la nobiltà del lavoro del vignaiolo, che richiede fatica e valore, ma che regala grandi soddisfazioni umane e culturali.

Durante la mia visita a Verona e al Vinitaly, ho notato una forte italianità nel mondo del vino, caratterizzata da eleganza e cortesia. La presenza di numerosi giovani vignaioli, la vasta gamma di vitigni autoctoni e l’utilizzo di uve resistenti e vini di montagna dimostrano un grande impegno da parte dei produttori, che mettono il cuore e la faccia nel loro lavoro.

La formazione è un aspetto fondamentale per tutti gli attori del settore e su questo punto c’è un accordo unanime.

Sono indispensabili nuovi ruoli nel mondo della ristorazione e della comunicazione del vino, che richiedono un elevato livello di formazione. Sono necessari narratori capaci di promuovere il Made in Italy nel mondo, attraverso la cucina e l’ospitalità.

Ora bisogna attendere i prossimi giorni per verificare se l’entusiasmo si tradurrà in nuovi contratti e accordi consolidati.

La Ministra Santanchè ha una certezza incrollabile: siamo i più belli e i migliori. Forse questo è dovuto al fatto che ci siamo meritati questo titolo sul campo».

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