Pino Crestini, esperto del tartufo, dichiara «vengono venduti cani da tartufo come se fossero stati addestrati da me, ma non è vero». Svela poi l’importanza dell’esperienza autentica nell’addestramento

Il Maestro del tartufo Pino Crestini di Sestino, un’esperienza di quarant’anni nel campo della genetica e della cinofilia, condivide la sua conoscenza sulla formazione dei cani da tartufo. Attraverso un lavoro profondo e competente, ha addestrato i suoi cani con dedizione, coinvolgendo solo pochi esemplari e individui fidati. Dietro questo successo si cela un impegno straordinario che abbraccia cultura e competenza. Gli appassionati di cinofilia, cinotecnica e cinognostica riconoscono l’impossibilità di improvvisare nell’arte di trasformare un cucciolo in un abile cercatore di tartufi.

Recentemente, il nome di Pino Crestini è stato usato da molte persone, ma egli sottolinea di non avere alcuna conoscenza né delle persone coinvolte né dei loro cani. Anche se potrebbero essere animali eccezionali, non possono essere paragonati ai suoi, poiché la creazione di vere razze da tartufo è il risultato di decenni di studio. Questa attività è sempre stata oggetto di imitazioni ingenue e ingannevoli. Fin dalla giovinezza, Pino ha intrapreso ricerche per affinare la genetica dei suoi cani, incrociando Bracco e Pointer con l’obiettivo di ridurre l’istinto venatorio e insufflare la passione per la ricerca del tartufo nel loro DNA.

Il progresso dei cuccioli, da quando hanno appena 56 giorni d’età fino a raggiungere i dieci mesi o un anno, è determinato dalle persone che li accolgono. L’attenzione giusta, la competenza e il tempo sono elementi cruciali. Pino enfatizza che il coinvolgimento è una questione di passione e non di lavoro temporaneo; richiede un impegno a vita. Sebbene Pino si senta onorato di allevare questi cuccioli, ammette che negli ultimi anni la sua partecipazione è stata limitata a causa delle sfide legate al COVID-19.

Pino ha recentemente dimostrato l’abilità dei suoi cuccioli di 56 giorni, che già iniziano a esplorare e cercare tartufi nella sua tartufaia artificiale, a volte persino gustandoseli. Questa fase iniziale non costituisce un problema, ma la fase successiva dell’addestramento si concentra sull’insegnamento della non manipolazione dei tartufi.

Sebbene Pino Crestini non riveli tutti i segreti del suo lavoro, afferma che la professione richiede una passione profonda e che chiunque la intraprenda con l’obiettivo di arricchirsi dovrebbe considerare alternative. Questa passione è una spinta interiore, che richiede un investimento per il sostentamento dei cani, il quale comporta costi. Chi non si organizza adeguatamente troverà difficoltà, specialmente considerando la riduzione delle tartufaie, spesso distrutte dai cinghiali.

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