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Il giornalista Giuseppe Cristini, esperto di tartufo e direttore dell’Accademia del Tartufo nel Mondo, prosegue il suo Viaggio Sentimentale e incontra Stefano Mosca, Direttore dell’Ente Fiera Internazionale del Tartufo bianco d’Alba

Numeri stratosferici raccontano il successo planetario della Fiera del Tartufo di Alba: alla sua 94ª edizione, infatti, la fiera parla al mondo, offrendo esperienze uniche che collegano il prezioso fungo alle tradizioni e alla cultura del territorio. «Ogni anno si aggiungono nuovi elementi esperienziali legati al tartufo – spiega Stefano Mosca – un prodotto che offre molto più di un ingrediente in cucina. È una cultura che i territori conservano e tramandano attraverso l’analisi sensoriale».

Il tartufo bianco d’Alba

I dati parlano chiaro: la fiera si estende per 9 settimane, dal 12 ottobre all’8 dicembre. «Alba accoglie turisti da oltre 60 paesi del mondo e oltre il 70% di questi visitatori è straniero. A seconda dei paesi di provenienza, i visitatori si fermano generalmente almeno 3 giorni, contribuendo a un moltiplicatore di spesa con una leva di 55: ogni euro speso per il tartufo genera infatti 55 euro di ricaduta economica sul territorio. La Fiera di Alba è uno degli eventi enogastronomici più rilevanti in Italia in termini di impatto economico, con una forte dimensione internazionale».

L’esperienza è poi arricchita dai grandi vini in degustazione e dalla qualità diffusa nella ristorazione del territorio, che vanta decine di chef stellati Michelin pronti a servire il celebre tartufo bianco d’Alba. Un’autentica pepita preziosa che genera un impatto eccezionale per il territorio, attirando ogni anno migliaia di persone decise a scoprire il cuore del Piemonte e i suoi tesori enogastronomici.

Fabio Zandonà e Giuseppe Cristini si incontrano in fiera ad Alba

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