Raggiunto da Giuseppe Cristini, Sauro Boria, narratore del vino e del territorio marchigiano, ci racconta la sua esperienza con i turisti del vino

Che cosa cercano i turisti del vino in un territorio come quello delle Marche?

«Il turista cerca la semplicità nel racconto, la visita dei luoghi e dei territori, e delle bellissime colline marchigiane che tutti sognano. Le colline marchigiane sono rotonde e, in un istante, puoi ci si può trovare in montagna o al mare.

Le balconate dei nostri paesi medievali offrono una vista mozzafiato del mare e dei promontori del Conero. I turisti sono interessati alla storia, alle leggende e alle notizie del territorio in cui si trovano, in modo da potersi immedesimare meglio. Inoltre, li portiamo a pranzo per far loro provare i nettari, i cibi e le materie prime che raccontano la nostra antica storia.

Oggi, l’amore per la cucina è nel riscoprire le vecchie ricette della nonna con i sapori autentici. Inoltre, i turisti ci chiedono informazioni sui paesi, le chiese, i muretti a secco e dove trovare cose che non si possono trovare nelle grandi città.

Quando i turisti tornano a casa, ci ringraziano, e per noi questo è il maggior successo economico. Offrendo loro l’opportunità di assaggiare i prodotti locali, i vini e di ammirare i quadri conservati nelle Marche, possiamo far conoscere e apprezzare il nostro territorio.

Inoltre, il turismo enogastronomico ha un valore economico significativo, poiché la maggior parte dei turisti porta a casa una bottiglia di vino, farine, olio e pane.»

Quali motivazioni ti spingono ad essere un ambasciatore della bellezza marchigiana nel mondo?

«Sono nato qui e vorrei far conoscere il territorio e le sue bellezze. Ho avuto dei maestri molto bravi, tra cui Riccardo Ceccarelli, che purtroppo non è più con noi. Grazie a lui ho imparato a parlare dei luoghi con umiltà, consapevole che non si può mai sapere abbastanza».

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