Il Maestro cavatore di tartufo e Custode del bosco Pino Crestini di Sestino, raggiunto da Giuseppe Cristini narratore del Tartufo, interviene sul tema cerca e cavatura del tartufo.

«Il futuro del tartufo sta nella messa a dimora di nuove piantine che possono sviluppare il micelio».

Per Pino la cavatura del tartufo è a rischio, perché non esiste il ricambio; infatti, la modernizzazione dell’agricoltura richiede mezzi meccanici sempre più potenti che fanno danni ai terreni e le tartufaie sono sempre più vecchie.

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Le querce secolari non esistono più e il riconoscimento Unesco deve portare a far discutere su come si salva il tartufo: l’unica risposta è solo attraverso la messa a dimora di nuove piantine nei terreni italiani.

Le tartufaie vanno rinnovate costantemente con nuove piantine che possono sviluppare il micelio in terreni puliti, poiché è molto difficile fare il rinnovo in un bosco già preesistente.

Purtroppo, ci dice Pino, il tartufo bianco in Italia, se non svilupperemo la tartuficoltura, sparirà presto.

La cura culturale nei campi con la messa a dimora di pioppi e salici non esiste più, perché l’agricoltura è molto meno rispettosa di un tempo.

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